Il disturbo narcisistico di personalità, come tutti i disturbi di personalità, non conosce variazioni significative nel tempo pur potendosi clinicamente manifestare in modi diversi in rapporto al variare delle consuetudini sociali.
Nel mito Narciso viene condannato a riversare su sé stesso ogni manifestazione d’amore sino a divenire schiavo di una immagine meravigliosa di Sé.
In senso clinico il ritiro narcisistico sul sé comporta la perdita delle relazioni adulte con gli altri, ovvero la perdita di contatto con la realtà.
In senso psicodinamico il soggetto viene restituito a una modalità infantile e preedipica nella relazione con la madre ovvero alla fase simbiotica e fusionale che precede la dolorosa separazione dalla figura materna.
Il soggetto che mantiene stabilmente nell’età adulta questa modalità primitiva di interazione evita di coinvolgersi e di essere coinvolto in relazioni affettive per il timore profondo di esporsi a una nuova lacerazione affettiva.
Nella società del XXI secolo il narcisista può bearsi della meravigliosa immagine di sé distribuendo attraverso sistemi tecnologici come internet una identità fittizia.
E’ quindi più facile che in passato assumere e trasmettere via internet una identità diversa o addirittura immagini multiple di sé che soddisfano il proprio io e non sono contestabili dagli altri eventuali fruitori.
Si consideri che il narcisista non cerca negli altri la conferma di una grandezza di cui é già certo ma verifica attraverso la rete la mancanza di crtitiche, peraltro impossibili nel momento in cui assume identità diverse.
L’attuale tendenza globale dei bambini e degli adolescenti governati da una meravigliosa immagine di sè e internet dipendenti all’isolamento sociale al fine di evitare il contatto con la realtà. Tuttavia giunge inevitabilmente il momento in cui devono esporsi al confronto diretto con gli altri.
Quando il soggetto incontra un sè diverso da quello immaginario e meraviglioso che ha costruito, tenta di evitare il crollo dell’autostima con strategie di negazione e proiezione che comportano il ritiro in un mondo fantastico, ovvero nella patologia psichiatrica.
Un drammatico, diverso e frequente modo di affrontare la lacerazione affettiva è quello di ricorrere, come accade sempre più di frequente negli adolescenti, specialmente giapponesi, al suicidio.
Dr Andrea Quattrone
Psicologo