La costruzione dell’identità online

Storicamente filosofi, poeti, psicologi e psicoanalisti hanno interpretato il tema della ricerca dell’identità nell’adolescenza come l’interiorizzazione di modelli prima genitoriali, poi anche ambientali. La lettura delle tappe complesse eppure lineari del percorso ha retto sino all’irruzione massiccia di internet.

Il bambino sperimenta diversi modelli prima di definirsi, ma la definizione è transitoria e si ristruttura continuamente sulla base dei modelli precedenti che non abbandona ma riadatta di continuo.

L’adolescente tende a organizzare l’identità in una forma più coerente e stabile ma l’elaborazione delle memorie, delle istanze e dei progetti lo espone, a fronte delle frustrazioni, al rischio di gravi crisi .

In ogni caso bambino e adolescente,  interagendo con un altro che fa da specchio, confrontano e maturano il proprio sé.

La realtà virtuale era in precedenza limitata alla lettura e alla fantasia, che potevano essere confutati da altri nella vita reale. La rete invece consente invece senza essere contraddetti di fingere di essere un’altra persona e addirittura di confermarsi stabilmente nella nuova identità. Il bambino e l’adolescente perdono, assieme ai benefici dell’interazione, la capacità di ricevere e di analizzare i messaggi non verbali, interpretati come elogio o critica, che sono il vero filtro di prova per la maturazione dell’identità.

Attraverso il travestimento l’adolescente può andare oltre limiti che consapevolmente non supererebbe e sbarazzarsi di un corpo mutevole e difficile da integrare nelle percezioni. Nell’anonimato enfatizza, cambia o nasconde caratteristiche fisiche respinte , ovvero si disinibisce e divulga informazioni personali o scabrose come episodi di bullismo.

La rete diventa una palestra virtuale ritenuta a scarsa ragione sicura in cui sperimenta varie identità prima di decidere come vuole essere veramente.

I ragazzi e le ragazze sperimentano con la stessa frequenza ma differiscono nelle strategie di presentazione di sé. Online le ragazze si presentano più grandi dei ragazzi, forse perché maturano prima, cercano il dialogo con persone adulte, e fanno più spesso finta di essere più belle, mentre i maschi fingono di essere machi. Lo scopo di queste sperimentazioni è evidentemente l’esplorazione di sé, seguito dalla compensazione sociale per superare la timidezza e dalla facilitazione sociale per facilitare i rapporti.

In definitiva rispetto ai ragazzi, le ragazze sperimentano più spesso con la loro identità per esplorare loro stesse e indagare il modo in cui appaiono agli altri, sperimentano più facilmente declini nell’autostima durante l’adolescenza e sono generalmente infelici col corpo e preoccupate per i problemi. La diminuzione nell’autostima può incoraggiare le ragazze a utilizzare Internet più frequentemente per esplorarsi.

Il problema è che la mancanza di contraddittorio trascina il soggetto in una realtà solo virtuale. Nella rete l’adolescente può incontrare molte persone, avere l’opportunità di scoprire sé stesso e accettarsi ma nel contempo si espone a esperimenti di identità, dannosi per lo sviluppo del concetto di Sé, che lo sovraespongono a diverse relazioni e idee che possono aumentare i dubbi circa il suo vero Sé.